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Professioni della Riabilitazione: l’illusione di un cambiamento? Riflessioni e considerazioni (di Giovanni Cavinato – Dottore in Fisioterapia – Presidente RIR*)

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Chi è il professionista sanitario della Riabilitazione, quale la sua realtà e il suo vissuto professionale quotidiano, quali le criticità e le contraddizioni, le aberrazioni, quale il “buono” e il “positivo”?

Podologi, Fisioterapisti, Logopedisti, Ortottisti/assistenti di oftalmologia, Terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, Tecnici della riabilitazione psichiatrica, Terapisti occupazionali, Educatori professionali, persone che hanno fatto una scelta di vita, una scelta importante, quella di svolgere il loro lavoro, il frutto di sacrifici, studio, aggiornamento continuo e responsabilità, al servizio della salute degli altri.

Siamo una “famiglia” relativamente più giovane rispetto alle consolidate “medico” e “infermiere”, che pare monopolizzino il riferimento di salute, oscurando le altre centinaia di migliaia di professionisti e operatori sanitari che, parimenti, contribuiscono e convergono alla definizione dei bisogni sanitari del cittadino.

E così, malgrado i riconoscimenti, le certificazioni e le “medaglie appuntate”, non abbiamo mai fruito di alcun miglioramento professionale, rimanendo ancora tristemente relegati, ammanettati, nel nostro inquadramento in seno al SSN, al nostro titolo di base, quello tragicamente triennale della Laurea di primo livello.

Nel nostro Sistema Sanitario Nazionale non possiamo sperare di poter ottenere ruoli di maggiore livello, escluso il Coordinamento e la Dirigenza di Area, che lasciano il tempo che trovano. Uno su 1000, e non sempre per merito, che deve comunque attenersi alle direttive calate dall’alto, senza vera autonomia di gestione, tranne che nel rapporto diretto sulla “pelle” dei colleghi. Forse non era proprio questo che ci aspettavamo da questa evoluzione di “grado” nei nostri servizi.

Oggi giungiamo finalmente a tagliare un importante traguardo, le chimere che da oltre un ventennio abbiamo anelato e sognato, l’utopia accarezzata per tanto tempo è diventata realtà: l’Ordine e gli Albi

Ogni frustrazione, malessere, difficoltà professionale e crisi d’identità misconosciuta, venivano ricondotti inevitabilmente, spesso per incapacità o malavoglia, alla mancanza di un Albo e di un Ordine. Un mantra che interveniva a giustificazione di ogni cosa, una coperta spesso lorda di responsabilità disattese.

Oggi registriamo l’avvio di queste Istituzioni a cui dobbiamo dare un necessario tempo di “rodaggio”, tanto più che di fatto vengono attualmente, per la maggior parte delle professioni sanitarie, viste e soprattutto percepite come un onere economico obbligato e basta.

Le Associazioni di categoria di tutte le professioni della Riabilitazione, quelle riconosciute “maggiormente rappresentative”, le AMR, che hanno preceduto e vicariato, almeno sulla carta, il ruolo dell’Albo professionale, purtroppo non hanno mai riscosso un gran che di partecipazione e adesioni; hanno raggiunto al massimo un 15% di iscritti per categoria professionale.

Un ruolo che, però, ha permesso loro di ottenere il privilegio e l’esclusiva, al cospetto di Ordine ed Albi nella fase della loro costituzione. AMR che tuttavia, oggi, malgrado non rappresentino più nessuno e trasformate in “Associazioni Tecnico Scientifiche”, continuano a mantenere, in molti casi, la loro influenza, per alcune professioni, nei rapporti con la FNO TSRM PSTRP. Motivo per il quale, alle soglie del secondo anno dall’istituzione degli Albi, molto probabilmente il riscontro percepito dalle categorie professionali di tali Istituzioni le identifica unicamente ed esclusivamente con “tassa di iscrizione annuale” e “assicurazione obbligatoria”.

Anche se in “rodaggio”, abbiamo fin da ora il ragionevole dubbio che la strada intrapresa non sia delle migliori e che non intercetti, soprattutto, la vera “voce” degli iscritti, soprattutto dei professionisti sanitari appartenenti all’area della Riabilitazione, le nostre 8 professioni sanitarie. Per quanto riguarda le altre 11 professioni afferenti alla stessa Federazione TSRM-PSTRP, non entro nel merito, mi riferisco soltanto a quelle della Riabilitazione.

La strada, o meglio, la scelta che la Federazione sta attuando, cioè quella di seguire le istruzioni delle ex AMR, relativamente ai professionisti che esse dichiarano di rappresentare, rischia di diventare una scelta penalizzante nei confronti dell’80/90% dei professionisti iscritti all’Ordine e al proprio Albo.

Percentuale di professionisti che mai o poco si sono sentiti rappresentati dalle Associazioni di categoria. E proprio per il fatto di non essere “associati” ad una delle ex AMR, raramente sono stati presi in considerazione al momento della costituzione delle varie Commissioni d’Albo. Per quanto mi è dato sapere, non mi risultano molte presenze di non associati nelle Commissioni d’Albo sponsorizzate dalle ex AMR. Una discriminazione, quasi “una pulizia etnica”, nei confronti della quale gli Ordini provinciali e la Federazione non hanno fatto nulla, non hanno espresso pareri o sono intervenuti, malgrado le numerose rimostranze e lamentele formalizzate.

Pertanto, al netto di quanto viene percepito, credo si possa purtroppo registrare un indizio di preoccupante e discriminante distinzione, tra professionisti sanitari della Riabilitazione di serie A, quelli appartenenti alle ex AMR, e tutti gli altri di serie B, la maggioranza, quasi il 90% degli iscritti agli Albi, condizione che, a mio umile e modesto avviso, determina purtroppo il rischio di un futuro ancora più frustrante rispetto al lungo precedente passato.

Gli inascoltati rischiano di rimanere inascoltati e i problemi diventeranno sempre maggiori sia per entità che per gravità.

Anche se volessimo essere positivi una domanda dobbiamo farcela: cos’è cambiato con Ordine e Albi nella nostra percezione, nel nostro quotidiano? Sarebbe interessante se la FNO TSRM PSTRP ponesse in modo pubblico questo quesito come un sondaggio.

Di positivo il fatto che ci sono certamente colleghi e Presidenti di Albo, veramente illuminati e capaci, ma forse troppo pochi, anche se comunque forti e determinati, ma saranno in grado di fare la differenza?

* Registro Nazionale delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione – www.rir.it

Postato il 6 aprile 2020