Ricevi già la nostra newsletter? Se non la ricevi e sei interessata/o ai contenuti del Blog, registrati, utilizzando il box “Vuoi essere informato….” presente qui a fianco. Sarai così sempre periodicamente aggiornata/o su quanto viene pubblicato.
Su AssoCareNews.it, pubblicazione online che si occupa di Sanità, è stata pubblicata nei giorni scorsi, a margine di un servizio dedicato al Congresso delle Professioni Sanitarie tenutosi a Rimini dal 19 al 21 novembre, la notizia che circa 67.000 Fisioterapisti (insieme a 3.900 massofisioterapisti), starebbero per “assottigliare” l’Ordine TSRM e PSTRP, in cui sono inseriti come Albo Professionale insieme ad altre 18 Professioni Sanitarie (Legge 3/2018), per costituire un Ordine proprio.
Eccone uno stralcio: “I Fisioterapisti (e i Massofisioterapisti, che potrebbero accodarsi ai primi) hanno voglia di costituirsi in un Ordine autonomo (ma non è detto che ci riescano), dando origine anche a due Albi nazionali ben distinti e chiari per l’utente finale”.
Notizia quanto meno approssimativa, superficiale ed imprecisa.
Proviamo a fare chiarezza.
E’ vero che i Fisioterapisti stanno per uscire dall’Ordine TSRM-PSTRP (esiste già bozza di Decreto al riguardo), ma per costituire un Ordine proprio, non un Albo, col quale invece siamo ora inquadrati all’interno dell’Ordine dei TSRM-PSRTP citato.
Possono farlo perchè sono Professione Sanitaria e sono più di 50.000, come prevede la 3/2018, mentre per la maggior parte di quei massofisioterapisti a cui la notizia fa riferimento, l’Ordine rimane un miraggio, perchè NON sono Professione Sanitaria (e agli “Ordini” hanno diritto solo le Professioni Sanitarie), ma solo “operatori di interesse sanitario” e per di più senza una legge nazionale che ne definisca il Profilo Professionale ed inoltre bel lontani dai 50.000 previsti dalla 3/2018.
Di quei 3.900, solo quanti, con formazione triennale o biennale, potrebbero diventare, in base al Decreto del CdM 26 Luglio 2011 – “Criteri e modalità per il riconoscimento dell’equivalenza ai diplomi universitari dell’area sanitaria dei titoli del pregresso ordinamento, in attuazione dell’articolo 4, comma 2, della legge 26 febbraio 1999, n. 42” (quando ne saranno riaperti i termini) equipollenti o equivalenti al Fisioterapista (e quindi acquisire il diritto di iscriversi al nostro Ordine), potrebbero uscire dai TSRM-PSTRP, altrimenti ne resteranno confinati (con buona pace) al suo interno (e non come Albo, ma solo come Elenco Speciale).
Ora, diffusasi la notizia sui social, ecco scatenarsi i post dei soliti “NO-Ordine” (ormai assimilabili agli altri NO-…esistenti), di forte critica, pesanti insinuazioni, accuse di inefficienza ed inutilità, anche di sarcasmo e dileggio, nei confronti del nostro Albo (spesso chiamato Ordine).
Albo (spesso chiamato Ordine) accusato, per fare alcuni esempi, di essere “soltanto una semplice tassa in più da pagare senza avere nulla in cambio”, di “non intervenire a proposito di questioni sindacali o di dequalificazione della professione”, “di non rispondere, neppure al telefono, se contattato”, di “non aver ancora provveduto a creare una nostra Cassa Previdenziale”, di “non fare nulla contro gli abusivi” del nostro settore nonostante varie segnalazioni, di “essere capace soltanto di minacciare la cancellazione dall’Albo, per quei colleghi morosi nei confronti della tassa di iscrizione” (facendoli così diventare loro degli “abusivi”), di “non avere ancora inviato uno straccio di tesserino….”, di essere in conclusione “inesistente” per la Professione. Il tutto naturalmente condito da colorite (eufemismo) contumelie.
Si propongono queste note, certamente non esaustive e passibili di aggiornamenti, per dare alcune informazioni (delle quali forse non tutti sono a conoiscenza), che mi auguro possano suggerire qualche ripensamento a quei Colleghi che hanno ormai emesso, chi da subito chi poco per volta, la loro “inappellabile condanna” riguardo l’Albo (spesso chiamato Ordine) invitandoli però, prima di tutto, ad andarsi a leggere bene la 3/2018, nella parte dedicata alle Professioni Sanitarie, per chiarirsi la differenza, appunto, fra Ordine e Albo, con le relative competenze.
Questo senza però prosciogliere del tutto l’Albo, in cui siamo ancora al momento confinati, da tutte le feroci accuse piovutegli e che gli stanno piovendo addosso, se non altro dal punto di vista del rapporto formale che dovrebbe avere con gli iscritti.
La fiducia e il rispetto nei confronti di una Istituzione a cui sei obbligato ad iscriverti (spesso malvolentieri), passa anche attraverso il “bon ton”, lo stile, il comportamento, che questa Istituzione usa per farti sentire che per lei esisti, anche se più di tanto non può fare istituzionalmente: eludere le tue richieste, non rispondere alle tue domande, non farti arrivare almeno un “sostegno morale”, una vicinanza (perchè non ha potere di fare di più), nei tuoi momenti di difficoltà (o contenzioso professionale), non tenerti informato su cosa, vorrebbe fare per la nostra professionalità, non aiuta certamente l’instaurarsi di un rapporto di stima e credito.
Le precedenti considerazioni, riguardano la convinzione o percezione più diffusa, che molti Colleghi hanno dell’Albo a cui siamo iscritti: la mancanza di un dialogo, l’apparente assenza di iniziative a tutela e promozione della Professione, la scarsa comunicazione riguardo ciò che l’Albo sta facendo (o per ora non può fare), il praticamente nullo coinvolgimento della “base” (noi) nell’organizzare, perché “la lingua batte dove il dente duole”, fin da ora la lotta all’abusivismo.
Per capire (e far capire anche ai sopracitati NO-Ordine) e forse in parte giustificare una simile situazione, ritengo però sia bene far sapere, anche da chi e come è condizionato il nostro Albo.
La già citata Legge 3/2018, ha stabilito, per tutte le Professioni Sanitarie REGOLAMENTATE (che esistevano cioè già da tempo per legge con un loro Profilo), ma non erano ancora ORDINATE (cioè non avevano, ognuna, un loro Albo o Ordine Professionale), l’OBBLIGATORIETA’, per continuare ad esercitare le loro attività, di iscriversi ad un proprio ALBO, creato apposta nel già esistente ORDINE dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (TSRM), che si è così trasformato in Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM-PSTRP).
L’impareggiabile ministra Lorenzin, madrina della 3/2018 (e della professione sanitaria dell’osteopata), ha infatti pensato bene di risolvere il problema creando questo enorme calderone, o meglio questo enorme “condominio”, in cui convivono (o forse è meglio dire sono “costretti a convivere”), oltre agli originari Albi dei TSRM, gli Albi di altre 18 Professioni Sanitarie, compresa la nostra. E credo che il riferimento al “condominio” dia già l’idea della condizione, con relativa “atmosfera”, in cui noi Fisioterapisti ci troviamo ad esistere e fra l’altro siamo il “condomino” più numeroso, con i nostri circa 67.000 iscritti su un totale di 220.000 dichiarati.
E purtroppo, l’AMMINISTRAZIONE del suddetto condominio è saldamente in mano ai Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (TSRM), perchè loro già da tempo avevano l’ORDINE nazionale e i vari ORDINI provinciali, nei quali tutte le altre Professioni Sanitarie sono confluite (non proprio come graditi “ospiti”) soltanto come Albi, e loro hanno per legge, in pratica, l’esclusiva riguardo quei POTERI che la 3/2018 ha attribuito ad una simile Istituzione.
E che l’Amministrazione di tale Ordine, con gli accennati poteri, sia praticamente un’esclusiva dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, è di fatto certificata dalla stessa composizione del suo attuale Comitato Centrale, in cui su 15 membri 8 sono TSRM, 1 TO, 1 Igienista Dentale, 1 Tecnico Ortopedico, 1 Podologo, 1 Ortottista, 1 Assistente Sanitario, 1 Tecnico Di Laboratorio Medico; dei Fisioterapisti, che rappresentano ben 1/3 degli iscritti, neanche l’ombra.
L’inserimento (ma forse sarebbe meglio dire l’“intrusione”) nel loro Ordine di altre 18 Professioni Sanitarie con relative Commissioni d’Albo Nazionali e Commissioni d’Albo Provinciali e successivamente degli Elenchi Speciali dei massofisioterapisti, non è certamente stata vissuta dall’originario Ordine TSRM, come accennato, con grande soddisfazione, e francamente non si può dar loro torto, pensando a tutti i problemi di carattere organizzativo, gestionale, comunicativo che all’improvviso si sono trovati, non per loro scelta, a dover affrontare.
Hanno però individuato ben presto il rovescio della medaglia di tale scocciatura: il “ritorno economico”, il possibile profitto loro derivante dalla mole delle nuove iscrizioni in arrivo ogni anno, una vertiginosa crescita delle loro entrate, passando dai dichiarati 28.200 TSRM iscritti ai circa 220.000 attuali: un buon motivo per fare “buon viso a cattivo gioco”, ma nulla di più.
Nuovi “condomini”, a cui far pagare ogni anno più che discrete spese condominiali (le quote d’iscrizione), in cambio però di una semplice “ordinaria amministrazione” delle loro professionalità: verifica dei requisiti per l’iscrizione al relativo Albo provinciale, raccomandazioni e linee guida per gestire la pandemia, qualche corso ECM FAD gratuito, qualche webinar online per spiegare cosa dovrebbe fare un Ordine, la compartecipazione (probabilmente più che altro formale) a qualche ricorso al TAR promosso da Associazioni di categoria, ecc., ma “mani legate” ai relativi Albi nel caso volessero organizzare iniziative mirate alla crescita, alla affermazione e alla tutela delle varie Professionalità rappresentate.
E tutto questo con un particolare occhio di riguardo per noi Fisioterapisti, perchè l’Amministrazione del condominio sapeva che prima o poi ce ne saremmo andati: quanto poteva allora importargliene del Far West in cui ci troviamo a lavorare, dei nostri abusivi, dell’anomalia dei masso post ’99, degli “operatori di interesse sanitario” senza profilo professionale, della professione sanitaria di osteopata, istituita solo a metà, ma che ugualmente può essere esercitata (e figuriamoci se contro questi ultimi potevano appoggiare qualche nostra iniziativa, tenendo conto che prima o poi accoglieranno il loro Albo come nuovo condomino al nostro posto). Si sono ben guardati non solo dall’appoggiare, ma addirittura dal prendere semplicemente in considerazione questi nostri problemi (e un tentativo era stato fatto per i mcb). Del resto, come si può obiettivamente pensare che questa AMMINISTRAZIONE possa farsi carico dei problemi di 18 condomini diversi fra loro?
La nostra Commissione d’Albo Nazionale (che non è quindi da confondere con l’attuale Ordine in cui siamo inseriti) ha avuto ed ha ancora le “mani legate “, come del resto le hanno le nostre Commissioni d’Albo Provinciali: questa la sconcertante realtà della nostra vita “condominiale” dal 2018 ad oggi.
Ma c’è di più. Sembrerebbe che la suddetta Amministrazione, come anche riportato dall’articolo pubblicato da AssoCareNews, ora che stiamo per traslocare finalmente in una “abitazione di nostra proprietà”, il nostro Ordine, voglia crearci dei problemi, abbia deciso di frenare la nostra conquista di autonomia.
Sembrerebbe che non vogliano riconoscerci il dovuto “trattamento di fine rapporto”, la giusta liquidazione, dal momento che ce andiamo; in altre parole una percentuale di quelle quote di iscrizione che NOI abbiamo versato in questi anni nelle loro casse (in cambio di quella “ordinaria amministrazione” sopra accennata); percentuale che, per legge, a quanto pare, ci spetterebbe e a noi necessaria per avviare il nostro nuovo Ordine. La questione è finita in mano agli avvocati (e se fino a qualche mese fa, si riteneva, con giustificato ottimismo, di vedere emanato il Decreto istitutivo del nostro Ordine entro quest’anno, ora è tutto rimandato al 2022).
E allora, in conclusione, i vari NO-Ordine all’oscuro di quanto sopra esposto, rivedano un momento le loro posizioni (almeno quelli che non sono “a prescindere” contrari a Ordini, Albi, Congregazioni, Corporazioni, ecc.); mettano da parte per un momento le loro accuse, il loro livore, le loro contumelie, perchè sbagliano bersaglio; non gettino la croce addosso a chi non ha potuto avere responsabilità dirette nella mancanza, a tutt’oggi, di iniziative per la valorizzazione, la promozione e la difesa della nostra Professione, a chi ha avuto “le mani legate”.
Questo non significa naturalmente chiudere loro la bocca, censurare il diritto di critica (soprattutto se costruttiva), ci mancherebbe, ma solo suggerire di tenere tutto in serbo (anche le contumelie) per quando finalmente ci sarà il nostro Ordine e sarà operativo: allora sì non ci saranno più alibi se chi finalmente amministrerà l’”abitazione di nostra proprietà” non si darà da fare per promuovere la Professionalità del Fisioterapista per mezzo di quei poteri stabiliti dalla Legge 3/2018, a noi per ora vietati.
P. S. – Per ulteriore conoscenza e valutazione, si sappia anche che le tanto vituperate PEC con accuse di morosità nei confronti del mancato versamento della quota di iscrizione e la minaccia di cancellazione dall’Albo, non vengono inviate dall’Albo provinciale di appartenenza professionale, ma dall’Ordine TSRM provinciale in cui tale Albo è inserito.
Speriamo di “assottigliare” presto questa situazione……
Se sei interessata/interessato a questi argomenti (TAG ORDINI PROFESSONI SANITARIE) e vuoi ricevere articoli, informazioni, comunicati al riguardo direttamente nella sezione Notizie del tuo Profilo facebook, metti MI PIACE alla pagina di “riabilitazione info”, nel box pubblicato sulla destra dell’articolo.
Postato il 16 dicembre 2021