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Dopo la presentazione al Senato, alcuni giorni fa, del Disegno di Legge 2257, istitutivo del “Fisioterapista di Famiglia”, sponsorizzato dallo SPIF e pubblicato su quotidianosanita.it, sempre su quotidianosanita.it il 30 settembre scorso, a firma del Dott. Saverio Proia, già Dirigente del Ministero della Salute e consulente ARAN, è stato pubblicato un articolo che illustra, in modo circostanziato, il Disegno di Legge 2339, relativo a “Fisioterapista di Comunità” (“Fisioterapista di Famiglia” o “Fisioterapista di Comunità”?).
Disegno di Legge istitutivo del “Fisioterapista di Comunità”, sponsorizzato da AIFI e presentato al Senato in data 29 luglio 2021 dalla senatrice Paola Boldrini, che risulta essere alternativo a quello dello SPIF.
L’iniziativa dello SPIF ha quindi riacceso i riflettori (e il dibattito con relative polemiche) su come normare, organizzare e gestire la nostra Professione in questo possibile ambito di intervento, in cui, per altro, siamo già da tempo impegnati (e sfruttati).
Riaccesi i riflettori, perchè lo SPIF aveva già presentato alla Camera, nel 2020, il suo Disegno di Legge tramite l’on. Bellucci (mentre non vi era traccia, a quel tempo, di quello sponsorizzato da AIFI).
Nella mia presentazione dell’articolo del Dott. Proia, a proposito della posizione di AIFI nei confronti del “Fisioterapista di Famiglia”, accennavo ad una loro bocciatura di tale Disegno di Legge (senza, come detto, ve ne fosse, nel 2020, uno alternativo presentato dall’Associazione), bocciatura quindi “preventiva”, esplicitata dal collega Bracciantini, Presidente della Commissione d’Albo Fisioterapisti di Firenze e Referente AIFI per le Politiche sul Sistema Sanitario Nazionale (“Fisioterapista di Famiglia, Bracciantini (AIFI): serve quello di Comunità, no al rapporto in convenzione”), pubblicata il 26 ottobre 2020 su Sanità Informazione.
A tale bocciatura “preventiva”, replicava, a stretto giro di posta, a quel tempo, sempre su Sanità Informazione lo SPIF, con osservazioni e considerazioni ritenute, nella sostanza, ancora attuali e appropriate (ma ovviamente aggiornate) dal Sindacato per replicare anche al recente articolo del Dott. Proia comparso su quotidianosanita.it ed inviate, ora, a Riabilitazione Info dal collega Roberto Ferrara, Segretario Nazionale SPIF; osservazioni e considerazioni che portiamo a conoscenza e valutazione della Categoria e in particolare di chi può essere interessato alla questione in prospettiva di impegno professionale.
Un’ultima annotazione. Il collega Bracciantini ha firmato la bocciatura “preventiva” di cui sopra, sia nel suo ruolo privato di “Referente AIFI per le Politiche sul Sistema Sanitario Nazionale”, sia nel suo ruolo pubblico di “Presidente della Commissione d’Albo Fisioterapisti di Firenze”.
AIFI, riconosciuta ora come Associazione tecnico-scientifica, aveva tutto il diritto di presentare il Progetto relativo al “Fisioterapista di Comunità”, perchè così contempla il suo Statuto all’art. 2 “OGGETTO E SCOPI”, come lo aveva lo SPIF.
Però AIFI, pur riconosciuta ora come Associazione tecnico-scientifica, non ha un ruolo istituzionale, mentre lo ha, per legge, una Commissione d’Albo Fisioterapisti e il Collega Bracciantini mentre come AIFI è un semplice privato, come Presidente CdA è un pubblico ufficiale e come tale ci sembrerebbe dover essere super partes.
Una svista? Una leggerezza?….Un messaggio?…
Ft. Romualdo Carini – Responsabile Blog
Ecco la replica di SPIF alla bocciatura “preventiva” di AIFI al Ddl riguardante il “Fisioterapista di Famiglia”, pubblicata su Sanità Informazione nel 2020, ora integrata con ulteriori considerazioni.
Il Segretario Nazionale del Sindacato dei Fisioterapisti difende il Ddl presentato alla Camera sul tema: «Nessuno vuole allontanarsi dalla costruzione del team territoriale multiprofessionale, il testo potrà essere emendato».
Il Disegno di Legge sull’introduzione del “Fisioterapista di Famiglia”, presentato dalla deputata Maria Teresa Bellucci (FdI) alla Camera, continua ad alimentare il dibattito all’interno del mondo dei Fisioterapisti. Alle considerazioni di AIFI replica il Segretario Nazionale dello SPIF AR, Roberto Ferrara.
“Ho letto con molta attenzione l’articolo pubblicato su Sanità Informazione nel merito di quanto rappresentato dall’esponente di AIFI. Una lettura più approfondita del Ddl AC 2674, recante “Modifiche al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e altre disposizioni in materia di riconoscimento della figura professionale del fisioterapista di famiglia e di assistenza fisioterapica domiciliare”, avrebbe permesso di pervenire a conclusioni interpretative diverse e a cogliere l’essenza del testo, che sicuramente potrà essere emendato anche in maniera migliorativa in sede di discussione in XII Commissione”, esordisce Ferrara.
“Si contesta” – continua Ferrara – “che l’eventuale “convenzionamento” del Fisioterapista (ma ciò non è definito nel Ddl), porterebbe ad un allontanamento dalla costruzione del team territoriale multiprofessionale. Nulla di tutto ciò. Infatti la relazione illustrativa richiama il D.L. 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, che stabilisce una più moderna organizzazione dei Servizi Territoriali, attraverso modalità operative che prevedono forme organizzative monoprofessionali, denominate Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), ma anche forme organizzative multiprofessionali, determinando, in tal modo, il pieno coinvolgimento delle Professioni Sanitarie, tra cui infermieri, fisioterapisti, ecc. L’aspetto del rapporto di lavoro, ovvero se il Fisioterapista debba essere in convenzione o dipendente, potrà essere affrontato in sede referente, non è questo l’elemento determinante”.
“Che l’esponente di AIFI si sia soffermato solo sulle evidenze dell’art.2, tralasciando dalla sua analisi gli art. 1 e 3, ci lascia un po’ perplessi.” – continua il Segretario SPIF AR – “Infatti l’intero impianto del Ddl ha contenuti ben più complessi, come si può evincere, tra l’altro, dall’art. 1 lett. e), dove è prevista la revisione del modello organizzativo distrettuale, che valorizza e responsabilizza le funzioni e il ruolo dei professionisti sanitari …, dall’art. 3, comma 2, in cui viene sancito il principio di strettissima collaborazione con il Medico di Medicina Generale (MMG), dal comma 4, in cui si dice che l’attivazione è determinata da quest’ultimo e dal comma 5 in cui è stabilito che è tenuto a valutare la necessità dell’assistenza fisioterapica, rimanendo in capo allo stesso, per come previsto dalla normativa vigente, la responsabilità clinica del paziente a 360°, lasciando al fisioterapista la responsabilità prevista dalle competenze del Profilo Professionale”.
“Pertanto” – conclude Ferrara – “pensare che il Fisioterapista, come rappresentato dall’esponente di AIFI, agisca isolatamente sui bisogni del paziente, non trova assoluto riscontro nel testo. Sarà stata una libera interpretazione di AIFI. Forse non si conosce a fondo come, in atto, il MMG sia all’interno delle Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM), le quali definiscono il Piano Assistenziale Individualizzato (PAI) e l’erogazione, anche in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), viene affidata ad Enti privati convenzionati, vedasi Cooperative, ecc. A nostro avviso il Ddl sul “Fisioterapista di Famiglia”, si propone di interrompere la “filiera” e come Organizzazione Sindacale di categoria dobbiamo sostenere e difendere il diritto dei Colleghi, in quanto lavoratori, dalle ingerenze continue di chi utilizza l’assistenza alle persone con disabilità anche e soprattutto per trarne profitto. Infine, la paternità di questa grandissima iniziativa lasciamola, come previsto dalla nostra Costituzione, al Parlamento Italiano, che è l’Organo primario preposto a formulare le leggi”.
E, ad integrazione di quanto sopra a suo tempo replicato, si aggiunge che, mentre col “Fisioterapista di Famiglia”, i Colleghi coinvolti potrebbero essere migliaia, il “Fisioterapista di Comunità” ne coinvolgerebbe probabilmente una cerchia molto ristretta, essendone previsto uno per Distretto e per di più con un incarico di funzione, ossia contrattualmente la vecchia Posizione Organizzativa.
Ci si chiede inoltre, facendo anche riferimento all’articolo del Dott. Proia, se sia necessaria addirittura una Legge per valorizzare ulteriormente la nostra Professione e non un semplice Master, declinandolo all’interno del CCNL vigente; ricordando altresì, che all’art. 16, commi 6 e 7 dello stesso, sono stati definiti i criteri per l’attribuzione di detti incarichi, precisando inoltre che, al comma 9, viene indicato che gli incarichi di Organizzazione, di cui al comma 3 dello stesso articolo, sono sovraordinati agli incarichi di ” professionista specialista” e ” professionista esperto”.
Infine, se mi è concesso, mi pare che alcuni passaggi del “Fisioterapista di Comunità”, citando il contenuto dell’art. 2, comma 1, lett. d), propongano l’intervento, in consulenza o in attività di riabilitazione di altri professionisti sanitari dell’area della riabilitazione, in presenza di bisogni di salute che richiedano prestazioni riabilitative diverse da quelle di competenza della fisioterapia e che inoltre contengano tentativi di “autoreferenzialità”, in quanto sembra si vorrebbero dare indicazioni all’intera Area Riabilitativa, vedasi terapisti occupazionali, logopedisti , TNPEE, ecc.
Per non citare il contenuto di cui alla lett. c) che favorisce la valorizzazione delle risorse della comunità quali: gruppi di volontariato, gruppi di auto-aiuto, laboratori per l’attività fisica adattata, centri per anziani. A tal proposito, una piccola riflessione: ma quante incombenze deve avere detta figura?
E poi l’Attività Fisica Adattata, non risulta, per norme regionali, di competenza del Laureato in Scienze Motorie? Perchè il testo del DDL parla di costruzioni di “Laboratori”? Sarebbe bastato il termine “collabora con altri professionisti…..ecc.
La necessità impellente è quella di dare risposte concrete a migliaia di Fisioterapisti, professionisti sanitari della riabilitazione, che oggi subiscono la prepotenza di “intermediari“ i quali, con soldi pubblici, continuano a sfruttare i nostri colleghi e dare risposte, in termini di qualità, ai nostri pazienti, in piena linea con quanto dichiarato dallo stesso Ministro della Salute (Speranza alla Fimmg: “Dipendenza medici di famiglia non è il cuore della vicenda. Ora al lavoro per integrazione mmg con resto del Ssn”. E annuncia: “Più risorse per il Fondo sanitario”)
“..Ora al lavoro per la fattiva integrazione/collaborazione con i Medici di Medicina Generale, con il Servizio Sanitario Nazionale ed il resto di tutte le Professioni Sanitarie e soprattutto con coloro i quali lavorano nell’ombra, i Liberi Professionisti, molto spesso dimenticati da tutti.
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Postato il 15 ottobre 2021