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In ricordo del Prof. Carlo Perfetti (di Romualdo Carini – Fisioterapista e Giornalista Pubblicista, Responsabile Blog)

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Contattai per la prima volta il Prof. Carlo Perfetti il 4 marzo del 1985 (conservo nei miei Archivi un faldone con tutta la corrispondenza cartacea di quel tempo fra noi intercorsa), pochi mesi dopo la pubblicazione del primo numero di “Riabilitazione Oggi”, di cui ero Direttore Responsabile, avvenuta nell’ottobre del 1984.

Gli presentai quel nostro “tentativo su carta” di “promuovere la diffusione della conoscenza della Riabilitazione” e lo “scambio di esperienze professionali fra diversi specialisti ed operatori” e poiché lui a quel tempo era già un “nome” (scrissi proprio così) nel nostro settore, gli proposi, compatibilmente con i suoi interessi e la sua disponibilità, di aiutarci, come meglio riteneva, nel sostenere il citato “tentativo”. Accettò senza riserve (lasciandomi meravigliato) ed iniziò così la nostra collaborazione.

Praticamente subito organizzammo insieme, qui a Milano, il 31 maggio e 1 giugno del 1986, il Convegno “Uomini e Macchine. Riflessioni sul sapere riabilitativo. Un lungo viaggio attraverso la conoscenza”, articolato “manifesto” del suo modo di vivere (dire intendere sarebbe riduttivo) la riabilitazione, Convegno replicato, naturalmente aggiornato, nell’aprile del 2003, il primo di tanti altri convegni, corsi, seminari sulla sua proposta riabilitativa organizzati con lui (1).

Ricordo ancora (ora con tristezza) il nostro primo incontro, avvenuto appunto nel mese di maggio del 1986, in occasione del Convegno citato, un incontro degno di un film di spionaggio.

Restammo d’accordo che sarei andato a prenderlo il giorno prima del Convegno alla Stazione Centrale e lo avrei accompagnato in albergo. Per farmi riconoscere gli dissi che avevo i baffi, avrei portato occhiali scuri, una giacca sportiva e soprattutto avrei tenuto in mano, in bella vista, una copia di “Riabilitazione Oggi” (tanto per non dare nell’occhio) e così agghindato lo attesi, impacciato, osservato da tutti, in mezzo al via vai della Stazione (forse, senza accorgermene, anche con atteggiamento un po’ circospetto) all’inizio del marciapiede a cui arrivò col treno da Pisa su cui aveva viaggiato.

Scrutavo con finta indifferenza i passeggeri che scendevano dal treno, mettendo in bella mostra la mia rivista, ma ricordo di averlo individuato quasi subito, perchè ne notai uno che si stava avvicinando velocemente a me sorridendo, e a due passi da me trasformare il sorriso in una sonora risata tendendomi la mano e presentandosi, divertito per la mia messinscena: “Carini?” “Sì” “Piacere, sono Perfetti”.

Perfetti era uno scienziato. Un infaticabile, incontenibile, accanito studioso delle “scienze del recupero”; un “profeta”, nel senso di persona capace, non per ispirazione divina, ma per applicazione, ricerca, lavoro in palestra di “rivelare” meccanismi, comportamenti, attività del nostro cervello di fondamentale importanza ai fini della riabilitazione. Una pietra angolare la sua “riabilitazione neurocognitiva” per noi, soprattutto a quel tempo, dominato dalla visione meccanicistica del corpo.

Io però lo voglio ricordare anche per un altro aspetto del suo impegno in Riabilitazione.

In difesa della qualità del lavoro riabilitativo, si è sempre battuto perché l’allora Terapista della Riabilitazione, oggi Fisioterapista, si formasse in questa ottica professionale, trasformandosi da semplice “braccio”, esecutore materiale di disposizioni terapeutiche (!) indicate da una “mente” non sua, in vero “riabilitatore”, convertendosi in studioso ed esperto di quelle affascinanti “scienze del recupero”, affrancandosi così, per meriti propri, da una ingiustificata subalternità operativa (chi ha orecchie per intendere intenda) e acquisendo, in tal modo, una nuova dignità professionale.

Questo suo impegno, questa sua mission, complementare, si può dire, a quella riguardante la “riabilitazione neurocognitiva”, gli procurò fin dall’inizio non pochi ostracismi da parte della classe medica (ma anche da parte di numerosi terapisti della riabilitazione), incomprensioni, delusioni, sgambetti e sofferenze.

Nel 2002 lo stuzzicai riguardo questi temi, proponendogli di curare una Rubrica su “Riabilitazione Oggi”. Non seppe resistere, acconsentì e scelse come titolo: “Il Mucchio selvaggio…”, non riferendosi però al film di Sam Peckimpah, ma riprendendo una definizione al riguardo data da Sebastiano Vassalli in un suo vocabolario: “…mucchi selvaggi erano le discariche incontrollate in cui si scaricava di tutto: rifiuti urbani, rifiuti industriali, scorie tossiche, rifiuti ospedalieri…”.

E “…la Riabilitazione…”, spiegò Perfetti nel suo articolo inaugurale della Rubrica (“Ancora il mattone…”): “…si presenta a volte come un “mucchio selvaggio”, nel senso vassalliano del termine: raccoglie gli scarti del mondo, di quello medico, informatico, consumistico e chi ne ha più ne metta, comprese anche le “scorie tossiche”, cioè tutto quanto era già stato provato e abbandonato come inefficace e che, approfittando della abitudine alla dimenticanza, ritorna periodicamente a far mucchio…”. 

Un titolo che era tutto un programma…Ricordo che in alcuni articoli dovetti riscrivere o “ripulire”, naturalmente con il suo consenso, qualche periodo, o attenuare qualche commento, per contenere la sua ironia, la sua satira, la sua invettiva sferzante, insomma la sua non facilmente controllabile “vis polemica” (onde evitare a lui e a me, come Direttore Responsabile, possibili querele o quantomeno richieste di scuse). Ma lui era fatto così.

Ho così scelto di onorare la sua memoria ripubblicando ora, nel mio Blog, gli articoli comparsi in quella sua Rubrica presente su “Riabilitazione Oggi” dal gennaio 2002 al gennaio 2006.

Li ho recuperati nei miei Archivi e li ripropongo; li ritengo ricchi di situazioni e input ancora attuali per la nostra professione, penso utili da meditare soprattutto per le nuove leve: fisioterapia vs riabilitazione, rapporto fisiatra/fisioterapista, competenze del fisiatra, necessità della ricerca, le dimissioni del paziente, l’adagiarsi sul nulla…

Riuscivano (e riescono ancora) a far emergere i punti deboli del nostro essere professionisti in riabilitazione; riuscivano (e riescono ancora) a mettere in crisi le nostre convinzioni e i nostri pregiudizi professionali (spesso alibi al nostro non saper fare); riuscivano (e riescono ancora) a farci capire quanti Re “nudi”, ma acclamati dal popolo dei riabilitatori, sfilano nel nostro settore…..

In calce a queste note si trovano i titoli, con relativi link, degli articoli a suo tempo pubblicati nella Rubrica citata. Sono anche reperibili negli Archivi della Rubrica “ESERCIZI PER UNA MEMORIA RIABILITATIVA “ presente sempre nel Blog.

(1) Gli Atti dei due Convegni citati sono stati a suo tempo pubblicati e sono scaricabili dagli Archivi della Rubrica “MONOGRAFIE” presente sempre nel Blog.

Buona lettura…

Postato il 17 gennaio 2021

ARTICOLI PUBBLICATI

“Ancora il mattone”

“Il fisiatra e la persona…(come parlare di sesso)”

“I tordi e le salsicce”

“Tra miracoli e quantificazione: le magnifiche sorti della riabilitazione”

A nord-est della caviglia

“Lo strappo”

“Scienze del recupero e discipline tecnico-amministrative”

“L’enigma del 60° giorno”

“Storie di palestra”

“Ma almeno cambiate il pennello…”

“I fisiotartari”

“Evviva il parroco”

“Pensaci Annalisa”

“Piccoli riabilitatori crescono”

“Centralità del fisiatra e terrorismo dell’ovvietà”

“Il dolore, per esempio…”

“Osservare le descrizioni”

“Pane e salame”

“Uomini e casi”

“Quelli che…il Mucchio”