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L’Istituto Auxologico Italiano: storia e missione

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L’Istituto Auxologico Italiano è una Fondazione di diritto privato costituita con DPR 6 dicembre 1963 n. 1883 e riconosciuta, nel 1972, dai Ministeri della Sanità e della Pubblica Istruzione, come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Il riconoscimento è stato riconfermato ed ampliato nei quinquenni successivi.

Inizialmente indirizzata alle anomalie della crescita e primariamente ai nanismi ipofisari, un’area di ricerca in cui l’Istituto ha svolto un prestigioso ruolo pionieristico, l’attività scientifica e clinica dell’Istituto Auxologico Italiano si è andata ampliando a vari aspetti dello sviluppo umano, con l’obiettivo di seguire lo sviluppo dell’individuo dal concepimento all’età matura, studiandone le anomalie e i processi degenerativi nei momenti della prevenzione, delle cure e della riabilitazione, con particolare attenzione ai settori auxo-endocrino-metabolico, cardiovascolare, delle neuroscienze e della riabilitazione.

L’attenzione a tutte le fasi dello sviluppo umano, comprese quelle embrionali, si esprime anche nell’interesse per la genetica medica e molecolare. In tale contesto, grande importanza rivestono anche la riflessione su temi di bioetica e l’attenzione alla riabilitazione come parte integrante di un modello assistenziale volto a riaffermare la centralità dell’essere umano.

Perciò le attività di ricerca e quelle sanitarie dell’Istituto Auxologico Italiano si svolgono in conformità al riconoscimento del Ministero della Salute (disciplina “Medicina della riabilitazione”, sottospecialità “Patologie auxo-endocrino-metaboliche e neurocardiovascolari”) nell’area delle affezioni che si sviluppano, su basi genetiche e ambientali, fino a portare ad alcune delle maggiori e più invalidanti patologie croniche, largamente prevalenti nella popolazione anziana, che provocano un’estesa richiesta d’interventi riabilitativi.