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“A che gioco stanno giocando?”.
Era questo il titolo che avevo dato, nel 2013, ad un consistente Dossier, dedicato alla cronistoria della ordinaria, vergognosa (e premeditata) inefficienza della Politica che, dal 2006 in poi, aveva impedito l’istituzione degli Ordini e Albi delle Professioni Sanitarie che ne sono ancora prive, fra cui quella del Fisioterapista.
Una cronistoria partita dal 2006, con l’approvazione della Legge 43, ma che riguarda un riconoscimento che già dagli anni precedenti figurava fra le principali aspettative delle Professioni Sanitarie e, dal 2006 in poi, fra le principali promesse non mantenute da ben 4 Legislature e 6 Governi succedutisi fino ai nostri giorni.
Perché pensare, anche ora, “A che gioco stanno giocando?”
Perché è strana, fumosa, sospetta l’aria che tira da qualche tempo intorno al DDL Lorenzin, “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali, nonché disposizioni per l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute” , in discussione, in sede referente, ora, dopo la sua approvazione al Senato avvenuta nel maggio dello scorso anno, presso la Commissione Affari Sociali della Camera. DDL che, come tutti sanno, dovrebbe finalmente concretizzare l’istituzione di questi benedetti Ordini e Albi.
DDL, comunque, al momento contestato, dai Fisioterapisti e anche dalle altre Professioni Sanitarie, in quegli articoli 4 e 5 (pagg. 22, 23, 24), con cui si vorrebbero creare, “per grazia ricevuta”, l’osteopata e il chiropratico, utilizzando una procedura in palese e clientelare violazione di quanto invece stabilito, a proposito dell’individuazione di nuove professioni sanitarie, dall’art. 5 della legge 43/2006.
Sia dalle Audizioni di rito, che dai primi Resoconti Parlamentari, si potevano evidenziare, riguardo questa parte del DDL, problematiche e perplessità, emerse, durante la discussione, fra i Membri della Commissione, a proposito sia delle competenze che dovrebbero essere attribuite ai nuovi Ordini, sia sulla loro organizzazione sul Territorio, sia sull’osteopata e il chiropratico inventate professioni sanitarie.
Problematiche e perplessità che avevano convinto il Presidente della Commissione, on. Marazziti, il 30 marzo scorso, al termine dell’iter (invero abbastanza breve) dedicato alla discussione preliminare, “…che, in considerazione della richiesta, avanzata da diversi gruppi, di avere a disposizione un termine ampio per la presentazione degli emendamenti, stante la complessità e la diversità dei temi trattati dal disegno di legge in oggetto, tale termine è fissato per giovedì 4 maggio 2017, alle ore 12….” . Più di un mese per pensare e formulare i possibili correttivi al testo (sacrosanti per quanto riguarda osteopata e chiropratico, se si vuole tornare al rispetto della legalità!).
Ma ecco che, dal calendario delle Convocazioni della Commissione relative alla prima settimana di maggio, si apprende che l’ultima data utile per la presentazione degli emendamenti in oggetto, è stata spostata dal 4 all’11 del mese.
Perché questo spostamento? Con quale giustificazione? Possibile che 35 giorni (dal 30 marzo al 4 maggio) non siano stati sufficienti a concordare e formulare gli emendamenti richiesti? Perché questa ulteriore perdita di tempo prezioso?
Perdita di tempo prezioso, appunto!
Si tenga conto che, una volta presentati gli emendamenti, la Commissione dovrà calendarizzare le sedute per la loro discussione, inserendola fra altri lavori all’ordine del giorno; dovrà prenderli in esame, discuterli, valutarli, ammetterli o non ammetterli. Terminata questa fase, dovrà approvare nel suo insieme il nuovo testo del DDL che risulterà certamente modificato. Il DDL, uscito così dalla Commissione, dovrà poi essere calendarizzato in Aula, per la sua approvazione plenaria da parte di questo ramo del Parlamento. Successivamente, poiché appunto modificato rispetto a quello approvato al Senato, il provvedimento dovrà tornare in sede referente alla Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, che lo aveva “partorito”, per una sua nuova valutazione (Presidente Commissione l’on. De Biasi) e detta Commissione, calendarizzandolo come meglio riterrà opportuno, lo potrà approvare sic et simpliciter nella nuova versione proposta dalla Camera, oppure trasmetterlo ad altre Commissioni per altri eventuali pareri, oppure addirittura ri-modificarlo. Al termine, il passaggio in Aula anche in questo ramo del Parlamento per la sua eventuale approvazione definitiva. E si tenga conto che se venisse cambiata anche una sola virgola, il provvedimento dovrebbe tornare nuovamente alla Camera “per un nuovo giro”! Il tutto entro febbraio del prossimo anno, termine naturale della attuale Legislatura? O magari prima dell’autunno, nel caso il ri-segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, riprendesse a spingere sulle elezioni anticipate?
“A che gioco stanno giocando?”, anche questa volta, con i diritti, le aspettative, la dignità delle Professioni Sanitarie? Ma anche (attenzione) ora più che mai con la loro delusione, sfiducia, nausea e rabbia?
I dubbi, i sospetti, i timori sono tanti.
C’è da chiedersi, ancora una volta, se, nonostante tutti i proclami (vero, sen.ce De Biasi?), si vogliano veramente istituire gli Ordini e gli Albi per le Professioni Sanitarie che ne sono ancora prive, perchè significherebbe dare loro, oltre al giusto e legittimo riconoscimento delle loro professionalità, anche un potere, uno spazio decisionale, una autonomia in Sanità che può dare fastidio, minacciare altri poteri e spazi, in primis quelli dei medici.
C’è da chiedersi se, nonostante sia più che palese e riconosciuta dagli stessi Membri della Commissione Affari Sociali, l’incongruenza dell’istituzione dell’osteopata e chiropratico, fatta in quel modo per interessi clientelari, non si stia preparando una qualche altra furbata, un qualche altro vergognoso inciucio al riguardo, che, invece di ristabilire la legalità, salvi la “porcata” (dalla Treccani – porcata: “azione indegna, sleale o poco onesta, spec. a danno d’altri, mascalzonata”) uscita dal Senato.
C’è da chiedersi se, con la scusa dell’ormai poco tempo a disposizione per l’approvazione “in toto” del DDL prima della fine della Legislatura e con la scusa della “complessità e diversità dei temi trattati”, non si voglia “spacchettare” il DDL; stabilire cioè una corsia preferenziale, per una approvazione veloce, per quei contenuti ritenuti più importanti e meno problematici (ad esempio la parte che riguarda i livelli essenziali di assistenza, già definiti in un altro provvedimento), rimandando invece l’approvazione di Ordini ed Albi “più in là”, con la quasi certezza che, naturalmente “con molto rammarico”, come ci verranno poi a dire, non riusciranno ad approvarli in tempo utile.
…..Salvo successivamente venirci a chiedere di votare ancora per loro…esaltando le nostre professionalità….definendoci “insostituibili cardini” del Servizio Sanitario Nazionale….promettendo solennemente che la questione dei nostri Ordini sarà uno dei primi punti dei loro Programmi elettorali…
Staremo a vedere e valuteremo cosa verrà proposto giovedì 11 maggio, pronti a ricrederci o a riconfermare dubbi, sospetti e timori, ma nel frattempo…meditate gente…meditate e condividete.
Postato il 6 maggio 2017