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Stop abusivi: e se cominciassimo….dall’indotto? (di Romualdo Carini, Fisioterapista e Giornalista Pubblicista – Responsabile Blog)

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In attesa di essere informati su quanto sta facendo (o almeno ha intenzione di fare), riguardo la lotta all’esercizio abusivo della nostra Professione, la Commissione Nazionale d’Albo Fisioterapisti (CNA), recentemente eletta e ormai operativa, proviamo a ragionare (è un invito a tutti i colleghi che hanno a cuore il problema), su quale potrebbero essere le strategie utili per, se non altro, iniziare a definire e ad affrontare il problema.

Contrastare questo annoso e avvilente vulnus, che offende la nostra Professione, è forse l’attuale maggiore aspettativa della Categoria; un reato che pretendiamo venga focalizzato, denunciato e sanzionato (art. 12 Legge 3/2018) ora che finalmente abbiamo un Albo e presto (speriamo) un Ordine nostro, con tutti i poteri istituzionali al riguardo.

…..e se cominciassimo…..”

Avevo già preso in considerazione il problema in un articolo pubblicato nel Blog l’8 dicembre dello scorso anno, dal titolo “Lotta all’abusivismo professionale: e se cominciassimo….dall’indotto?”. Ne ripropongo, con qualche integrazione, alcuni stralci, augurandomi di sensibilizzare non solo i Colleghi, ma di fornire anche qualche (spero interessante) input ai Rappresentanti istituzionali provinciali e nazionali della Professione da noi eletti, dai quali ci aspettiamo, in tempi ragionevoli, interventi concreti e risolutivi.

Indotto – quell’insieme di Realtà (Istituzioni, Enti, Società, Organizzazioni, Agenzie…) che, non sempre inconsapevolmente, ma spesso per vari interessi o puro profitto, fiancheggiano l’abusivismo e lo tutelano, gli hanno permesso (e continuano a permettergli) di attecchire, prosperare, contaminare il settore. Un insieme di Realtà che costituiscono una specie di “condizioni ambientali” a cui l’abusivismo si appoggia, a cui fa riferimento e che lo fa sentire riconosciuto ed inserito, ACCREDITATO: i Provider ECM, le Compagnie di Assicurazione, l’Ordine dei Medici, certe Istituzioni pubbliche “dormienti”, la stessa Agenzia delle Entrate, per citarne alcune”.

Federazione Nazionale Ordini dei Medici e Odontoiatri (FNOMCEO) – “Perché non fare arrivare, alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri (FNOMCEO), un esauriente e “conciliante” promemoria, in cui si ricorda, a quei vertici, sempre riferendosi alla 3/2018, che la Legge considera complice dell’abusivo, con relative conseguenze amministrative ed anche penali (art. 12 citata legge), il medico che indirizza (…o continua ad indirizzare) propri pazienti per cure fisioterapiche a soggetti non in possesso dei requisiti di legge per erogarle? Invitandoli quindi a raccomandarlo ai loro iscritti?”.

E, giusto per chiarire meglio, a scanso di equivoci: mentre “È evidente come il soggetto, laddove privo del titolo abilitante, commetta il reato di esercizio abusivo della professione, nel momento in cui riceve il paziente e svolge il primo atto riservato a chi è in possesso del titolo. Appare maggiormente problematica la posizione del medico curante. In primo luogo, occorre verificare se il medico curante è consapevole che il Fisioterapista sia privo di titolo abilitante. Evidentemente, in assenza di prova in merito a questa importante questione, non vi può essere alcuna responsabilità in capo al medico. Laddove, invece, il medico sia consapevole che il soggetto al quale invia i pazienti eserciti abusivamente la professione, rischia di concorrere nel relativo reato o, a seconda delle modalità e del rapporto esistente tra il medico e il preteso fisioterapista, potrebbe addirittura rispondere della più grave fattispecie introdotta dalla Legge Lorenzin, relativa alla direzione di persone che esercitano abusivamente la professione” (tratto da L’esercizio abusivo della professione di Fisioterapista alla luce della Legge 3/2018” (di Alessio Scaglia, Avvocato”).

E, per fare un esempio attualissimo: ora che sembra stia per essere istituita (per grazia ricevuta) la professione sanitaria dell’osteopata, con relativo profilo professionale che lo obbliga alla sola “prevenzione” e lo esclude dal trattamento della “patologia”, ci saranno ancora medici che, pur a conoscenza di questa distinzione, continueranno, anche in spregio alla loro deontologia professionale (e alla salute del paziente), a far finta di nulla e ad alimentare l’esercizio abusivo della nostra professione?

Le Compagnie di Assicurazione“Perché, ad esempio, forti (è il caso di dirlo) proprio della legge 3/2018, non discutere, con le Compagnie di Assicurazione, a proposito delle COMPETENZE, che loro vanno a coprire, ad assicurare, a quegli “operatori” (ma soprattutto ai loro Studi, in cui spesso c’é di tutto e di più), a cui la nuova normativa vieta il nostro esercizio professionale?”

La mia Polizza di Assicurazione Professionale recita, alla voce “Descrizione del rischio”, riferendosi alla mia attività: “….il cui Profilo s’intende essere quello definito dal Decreto 14 settembre 1994 n. 741 e da tutte le altre leggi, regolamenti, ordini, discipline della citata professione sanitaria emanati dal Ministero della Sanità”. Perché non sensibilizzare le Compagnie di Assicurazione, affinché si informino adeguatamente, circa i requisiti di legge posseduti da chi chiede loro di assicurare il proprio “esercizio di professione sanitaria”? O a loro non interessa, per fini di profitto, coprire anche competenze in realtà…..non possedute per legge? Perché non “mettere la pulce nell’orecchio” alle Assicurazioni riguardo la trasparenza e la coerenza dei loro affari?

I Provider ECM – “Perché, ad esempio, non ricordare (o meglio far ricordare dall’Agenas) ai vari Provider ECM, che destinatari della Formazione da loro erogata, devono essere esclusivamente professionisti sanitari in possesso di qualifica professionale certificata abilitante? E che, in secondo luogo, i contenuti dei loro eventi formativi devono essere sempre coerenti col Profilo della professione sanitaria a cui sono destinati e “modulati sulla base delle diverse competenze in caso di professioni trasversali” (Delibera Commissione ECM del 26 luglio 2018)? Perché ritrovarsi osteopati, laureati in scienze motorie, massaggiatori sportivi, massaggiatori capo-bagnini, “operatori di interesse sanitario”, preparatori atletici e anche peggio, tranquillamente iscritti a eventi riservati, “sulla carta” (…e per il Ministero), solo a Fisioterapisti e Medici? Queste anomalie (eufemismo) devono finire (anche ipotizzando sanzioni per i Provider recidivi)”.

E che dire di Regioni “dormienti” (eufemismo), che continuano a permettere la formazione indiscriminata di “operatori sanitari” tutt’altro che profilati normativamente; che dire dei NAS, che potrebbero, se opportunamente sollecitati e “documentati”, intensificare i loro controlli su situazioni sospette; che dire della stessa Agenzia delle Entrate, per determinate sue competenze…

Forse la lotta all’abusivismo può non essere una pia illusione, una “chimera”, come purtroppo molti di noi sono convinti. Una strategia potrebbe essere proprio quella di cominciare a creare all’abusivo problemi nella sua “tana”; cominciare a mettere in crisi o quantomeno a far riflettere chi, forse ignaro (ma ho i miei dubbi), come detto all’inizio di queste note, lo fa sentire riconosciuto, inserito, lo protegge e accredita….

Discutiamone e facciamo proposte……

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Postato il 6 dicembre 2020